Comunicato stampa
Ci sono momenti, più o meno importanti, nella storia di ogni paese in cui di fronte ad avvenimenti drammatici che turbano l'equilibrio sociale il sistema di potere reagisce esercitando una giustizia sommaria.
In questi momenti la norma politica, intesa come scienza del controllo sociale, fa' aggio sulla norma legale.
A noi sembra che l'operato della magistratura bolognese, dopo i fatti del 11/12 Marzo 1977, si sia concretizzato in un'applicazione farsesca di questo principio, che aveva dato più volte spietate dimostrazioni di sé nel corso della storia del nostro paese.
Le accuse di associazione a delinquere e di associazione sovversiva, le stesse che alla fine dell'800 servivano a colpire le nascenti organizzazioni socialiste e durante il fascismo qualsiasi opposizione politica organizzata, si applicano oggi con la stessa naturalezza ad una radio o ad un giornale.
La forza di queste accuse non sta in una dimostrata responsabilità penale dei singoli, ma in una presunta responsabilità politica collettiva, e in fin dei conti nella gravità stessa degli avvenimenti cui si riferiscono, che richiamano per necessità l'esistenza di responsabili purchessiano.
Contro questa gravissima montatura, che ci priva da alcuni mesi della nostra libertà personale, sulla base di accuse infondate, noi sottoscritti:
MAURIZIO BIGNANI
ROCCO FRESCA
GABRIELE GATTI
MAURO MINNELLA
VALERIO MINNELLA
ANGELO PASQUINI
STEFANO SAVIOTTI,
detenuti nel carcere di S. Giovanni in Monte, annunciamo di avere: iniziato uno sciopero della fame a partire dal 31/5/77, rivendicando la nostra scarcerazione immediata.
A tre mesi dal nostro arresto, con le istruttorie ancora aperte denunciamo il carattere dimostrativo e punitivo della nostra detenzione, non solo nei nostri confronti, ma di tutti i comunisti.
Carcere di San Giovanni in Monte - Bologna 1/6/1977